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Un cecchino appostato attende l'arrivo degli avversari, pregevole il camouflage del fucile. Teatro delle operazioni boschivo/montano. [Si ringrazia l'associazione.] | Il logo dell'associazione Splash Contact Pantere (BG) a cui sono iscritto. Il sito dell'associazione è www.pantere.net. |
PREMESSA IMPORTANTE:
Non mi illudo che il mondo sia pieno di persone di larghe vedute e pronte a capire le cose
in profondità prima di formulare giudizi (semmai l'esperienza dimostra il contrario).
Quindi, se non sapete che cosa sia il softair, abbiate la pazienza di leggere con calma questa
pagina prima di saltare a conclusioni affrettate ed andare in giro a dire che lo Scarpaz è
un pazzo omicida, va in guerra, colleziona fucili e spara alla gente. Al contrario non sono un
bambino, so quindi ben distinguere la finzione del gioco dalla realtà della guerra: durante
il gioco del softair ci si diverte, durante la guerra vera si uccidono le persone,
è utile ribadire la differenza che, per quanto sia abissale, sfugge sempre a qualche meno
sveglio.
Ci tengo dunque a precisare che il softair è uno sport competitivo di squadra, profondamente a contatto
con la natura, in cui si simulano azioni di guerra usando riproduzioni (dette repliche) di
armi vere che, a differenza degli originali, sparano sferette di plastica e, se usate con competenza
seguendo le regole dell' arte, non possono procurare lesioni. Il giocatore medio di softair è
una persona normale, che nella vita quotidiana fa un lavoro qualsiasi, non è in genere
un fanatico della sopravvivenza o un rambo di quartiere.
Il mio arsenale.
<<Questo è il mio fucile, ce ne sono tanti come lui, ma questo è il mio..>>, ricordate Full Metal Jacket di Stanley Kubrick? Beh, c'è poco da dire, il fucile è il pezzo base dell'equipaggiamento del giocatore di softair. Non farò come tanti che ho sentito, che dicono che il loro fucile è il migliore (solo perchè è quello che hanno loro). Quello che posso dirvi è che questa replica è una delle ultime uscite da casa Marui, monta il motore più potente disponibile (EG1000) e pare -ripeto: pare- che di serie -ripeto: di serie- abbia la maggiore energia e frequenza di fuoco della categoria. Mi piace perchè è un fucile di costruzione molto solida (grazie alla gran parte dei componenti che sono in metallo), senza i difetti strutturali dell'M16A2, ha un calcio spazioso in cui mettere una batteria di grande capacità, ed inoltre non è un'arma troppo lunga, cosa che aiuta la maneggevolezza. Forse è un po' troppo pesante (3.2 Kg) e qualche volta mi piacerebbe avere un'arma ancora più corta, magari senza calcio, ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Il caricatore di serie contiene 68 colpi, è quindi praticamente inutile in battaglia; servono almeno un paio di caricatori da 300 colpi, da acquistare a parte; eventualmente anche qualcuno in più se avete il grilletto facile.
Si tratta dell'arma automatica più corta disponibile (misura solamente 325 mm di lunghezza). Le sue caratteristiche di maneggevolezza la rendono ideale nel CQB (close quarter battle, conflitto a breve distanza, tipico dei teatri urbani all'interno di edifici). In mancanza di frequenti giochi urbani, io la uso come arma di supporto (sidearm), infatti con un ingombro di poco superiore a quello di una pistola, si ha a disposizione una cadenza di tiro ed una autonomia di fuoco decisamente di classe superiore, sempre gestibili con una sola mano. La batteria è alloggiata all'interno di un vano cilindrico stretto e lungo, situato nella parte più alta dell'arma, immediatamente sopra la canna. Le doti di maneggevolezza dell'arma si pagano: la canna è lunga solamente 110 mm, caratteristica che limita la precisione e la gittata dell'arma, tuttavia l'arma resta nel complesso molto utile. Il caricatore di serie contiene 28 colpi; nel gioco sono utili quelli da 200 colpi (nello stesso stile sottile e incurvato del caricatore di serie) e da 240 (esternamente appare come due caricatori corti accoppiati, uno dei quali è infilato nell'arma, mentre l'estremità del secondo contiene alcuni finti proiettili).
Trattasi dell'arcinota Beretta 92, in dotazione ai Marines USA, oltre che alle forze armate di mezzo mondo (e forse anche di più). La replica che ho io è prodotta dalla KSC, ed è la più metallica (e costosa) che ho trovato. È una replica a gas, scarrellante, ed è una delle pochissime che ha la meccanica "completa", cioè che riproduce tutti i movimenti dell'arma vera (esempio: allo sparo dell'ultimo colpo il carrello resta indietreggiato per poter sostituire il caricatore, inoltre: con il cane armato, l'inserzione della sicura causa il disarmo, rarità!). Il caricatore contiene 26 pallini e gas sufficiente per una sessantina di colpi, la potenza è molto buona, per lo meno ad un approssimativo confronto con altri modelli simili. L'HopUp è regolabile con una chiavetta apposita fornita in dotazione, si disassembla completamente come l'originale. Unico difetto: troppo bella, non la porto quasi mai in combat perchè ho paura che si riempia di terra...
Arma un po' vecchiotta, un po' plasticosa, un po' debole, di precisione non eccelsa, esageratamente ingombrante, ha un vantaggio straordinario che compensa tutti i suoi difetti: costa pochissimo. Per questo motivo è il fucile da cecchino che porto con me effettivamente sul campo, sapendo che se dovesse danneggiarsi non ci rimetterei troppo denaro. Di costruzione abbastanza solida, è dotata di HopUp fisso e di un caricatore in linea da trenta colpi utilizzabile in alternativa al poco capiente (5 colpi) ma spettacolare caricatore a cartucce, che, tramite un revolver alimenta la canna inserendovi dei finti bossoli, i quali al riarmo vengono davvero sputati fuori come nell'arma vera. In un combat non li userei mai (primo perchè cadono, vanno persi e se anche non li perdo si riempiono di terra, secondo perchè sono pochi e terzo perchè ci si mette troppo tempo a ricaricarli), ma almeno una volta nella vita bisogna provarli, è una soddisfazione, hehe. Ci ho montato una ottica economica, che nella foto non è rappresentata, con cui almeno a media distanza la precisione è ragionevolmente buona, a lunga distanza purtroppo tira a destra (sigh).
A detta di tutti il miglior fucile da cecchino a molla per il softair, è la riproduzione fatta da Maruzen di un fucile da tiratore scelto Steyr SSG PIV. Ottima di serie, con le ottiche e con una molla un pochino più forte di quella originale offre dei risultati eccellenti. Soprattutto per le ottiche è poco adatta ad essere portata in combat (non voglio pensare a quello che potrebbe succedere mentre si attraversano i rovi fitti o mentre si striscia sulla schiena: grave trauma al portafoglio!), adatta invece ad appostamenti di interdizione quando si gioca a pattuglia. Un'arma che da delle soddisfazioni, soprattutto per le sue doti di precisione. La faccia che fanno i colpiti quando si dichiarano presi senza aver capito da dove è venuto il colpo ripaga ampiamente i soldi spesi e il tempo e le cure dedicati alla taratura delle ottiche.
Nella foto c'è quella vera, la mia riproduzione a cura della Y&P, è tutta in vile plasticaccia. L'arma di supporto che non ho paura di portare in combat. E se si sporca e si inceppa, pazienza...
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Le domande più frequenti sul softair. (Le domande -e le mie risposte- che mi fanno sempre quando si parla di softair con qualcuno che non conosce bene il fenomeno. Badate: io non sono il professionista, mi muovo anzi abbastanza goffamente e mi faccio sparare facilmente, non ho quindi nessuna pretesa di insegnare a nessuno; queste FAQ sono pensate per i profani).
Le varianti al gioco base sono molte: si può prevedere un gioco a pattuglia in cui più squadre devono conquistare obiettivi in sequenza, difesi da cecchini fissi. Esistono anche variazioni più ricche e complesse: trasporto di ostaggi, liberazione di ufficiali catturati, ricerca e recupero di dispersi. Un giocatore viene eliminato quando viene colpito da un pallino sparato da un altro giocatore.
In particolare devono essere protetti gli occhi, mediante occhiali protettivi o meglio ancora apposite maschere. Per il resto del corpo una uniforme militare completa di copricapo o elmetto è sufficiente. C'è chi non è d'accordo e si presenta con i semplici occhiali di protezione e in maglietta a maniche corte: peggio per lui, non è la prima volta che qualcuno si spezza un dente. Io resto sempre dell'opinione che lo sport è fatto per procurare beneficio, e non danno al corpo (il discorso si applica anche a doping, pugilato, etc...).
In risposta alla domanda, devo fare una considerazione un pochino meno tecnica e più profonda. Si tratta di un discorso che non mi piace fare perchè sembra sempre che chi lo fa voglia darsi delle arie, ma che è d'obbligo, per onestà; inoltre non sono nemmeno la persona più adatta per farlo, dato che non mi sento un maestro del "mestiere". In breve quello che voglio dire è che per praticare questo sport è richiesto un minimo di spirito di adattamento e di sopportazione che forse non tutte le persone possiedono. Sarò concreto: capita di trovarsi in mezzo alla boscaglia fitta, talvolta anche infilati nei rovi senza riuscire a muoversi né avanti né indietro, alla balìa degli insetti, nel fango, a guadare un torrente. Oppure sotto il sole cocente con un abbigliamento che non lascia scoperto un solo centimetro quadro di pelle. Oppure di notte, nel buio più completo, con l'orecchio teso al minimo rumore e i nervi a fior di pelle. A me sembra che non si debba essere superuomini per praticare questo sport, tuttavia le situazioni qui sopra citate vanno tutte messe in conto, se avete "la puzza al naso" o avete paura di sporcarvi è meglio per tutti se lasciate perdere.
Tutto quello che si aggiunge è grasso che cola, nel senso che fa effetto e può essere molto utile, ma si può giocare e divertirsi anche senza: c'è chi spende per comprare kit metallici per sostituire definitivamente le poche parti in plastica, chi cambia la molla, chi il complesso pistone-cilindro, chi la canna, chi il motore, chi il gommino dell'HopUp, oppure compra ottiche di precisione, puntatori laser, torce elettiche. Al top ci sono gli artigiani che hanno in casa un piccolo laboratorio con un tornio e si rifanno le canne e i particolari metallici in casa.
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